Mister No Riedizione

alessandro-oresti ha scritto:

sicuro allora che lo hanno fatto per mantenere tutto l'albo omogeneo, pensando che una parte dell'albo a colori stesse male

Che discorso...
Non hai mai letto fumetti delle Edizioni Alpe o Metro/Bianconi, dove ci sono storie con pagine alternate a colori e bianco/nero, ad altre tutte in bianco e nero...
Ogni storia qua ha pure il suo frontespizio, quindi una precisa separazione fra le due parti dell'albo!

stavo solo ipotizzando, gas

in realtà ho letto storie di braccio di ferro del tipo che dici, cioè con pagine a colori che si alternano ad altre in bianco e nero, e cmq ribadisco che non approvo nemmeno io la scelta della IF...anzi, mi viene da pensare che abbiano approfittato della dicitura riedizione per cambiare quello che gli pare , visto che non funziona come per le raccolte, dove mantieni l'albo esattamente com'è, perchè non lo ristampi nemmeno

letta quel volo per rio: storia da sei e mezzo, non è entusiasmante come uno dei primi 50 numeri, però ci sta. Morea è un personaggio fagocitato dalla violenza, dalle ritorsioni e dall'avidità umana. Il salto nella gola del diavolo è simbolici della solita sconfitta umana presente in mister no, ha ragione lui, meglio sbevazzare a manaus e scorozzare fuori e dentro la foresta amazzonica.

Ho letto battaglia al tramonto, come prima reazione alla morte di Bonelli, anche se la storia è di Castelli, in questa straripante storia di ben tre albi , c'è tutto Sergio.
Bellissima l'idea di raccontare il ritorno di Jerry da Aspen. Il far diventare Jackie una sorta di milizia della malavita, Ratso che brucia soldi quando la gente muore di fame, Muhlligan costretto a fare giustizia da sè, e Mister No che un proprio posto, in questa società materialista e violenta, proprio non lo trova. Significativo , che tutta la faccenda si sia svolta senza intervento dello Stato, con ispettori privati che inchiodano i gangster, e bande disperate e avide che regolano autonomamente i conti. Un perfetto ritratto da ciò che Jerry rifugge.
Tocco finale malinconiscissimo , con Forrester che perpetra il modello americano perfino a Manaus , cercando di far valere il potere dei soldi e non la giustizia. Finale tragico con Ratso di nuovo lucido, consapevole del nulla in cui ha vissuto , con l'inevitabile ultima decisione, straziarsi nelle acque tanto amate da Jerry , suo idolo. Poetico e tristissimo , molto attuale , un degno saluto a Sergio. Dopo aver chiuso l'albo, ho capito che non te ne andrai mai veramente.

Atè logo rapaz!

ieri in edicola ho preso a prezzo scontato (solo 2,90 euro) il volume di panorama contenente la storia "mister no va alla guerra", così potrò finalmente godermi questo classico, che non ero riuscito a recuperare in nessun altro modo

Bene, non rimarrai deluso!
La storia in ogni caso s'intitola "Odio implacabile"... "Mister No va alla guerra" è il titolo del primo albo originale interamente dedicato a questa storia, che inizia a completamento dell'albo precedente...

ecco, questo è un dubbio che mi sono sempre posto: come titolo va scelto quello dove inizia la storia, o quello del primo albo interamente dedicato?
io in genere prediligo la seconda ipotesi, ma solo se la storia comincia nella parte finale di un albo, e quindi la copertina di riferimento diventa la successiva

Ho iniziato la lettura della Riedizione di Mister No.

Per ora del n° 1, storia introduttiva semplice ma non per questo scadente..., ho da segnalare i soliti errori di disegno: quando Mister No e Tucker cercano di salire sul Piper si vede un Indio che fa il gesto di scagliare una freccia, ma la corda dell'arco non è tesa, e nella mano destra non c'è alcuna freccia! Inoltre, verso la fine, Buddy afferra il whisky con una mano impugnando con l'altra un mitra, ma nella vignetta seguente le posizioni sono invertite! Come ha fatto, tenendo conto che il mitra serviva per tenere a bada Mister No? Infine, Jerry, il complice di Tucker e Buddy, somiglia non poco a Cico di Zagor.

Terminata la rilettura de "L'ultimo Cangaceiro", primo capolavoro della saga di Mister No (anche se a me non sono dispiaciute neppure le due storie precedenti ): bellissimo lo sfogo di Mister No appena Corisco muore e giura di vendicarlo, nonché il suo essere incapace di mettere in atto tale vendetta a sangue freddo.

Della rilettura de "L'uomo della Guyana" (per ora la prima parte contenuta nel 3° volume della Riedizione), sono rimasto un po' contrariato solamente dalla figura di Anouk, per la facilità con cui reagisce allo shock di trovarsi in casa quei tre tizi che le portano via il padre con la forza e con le armi... Di lì a poco tempo (mezz'ora? un'ora?) eccola infermiera a curare Mister No e affiancarlo lucidamente nell'inseguimento...

Terminata ieri la rilettura de "Il grande fiume".
Ho apprezzato particolarmente il passo in cui Mister No e il capitano di polizia raggiungono in canoa il ritrovo dei pirati: molto ben sceneggiato, con didascalie che sfiorano la lirica descrittiva.

Sto rileggendo la spassosa "Avventura in Ecuador", che oltre a essere particolarmente divertente non risparmia vari colpi di scena che fanno cadere Jerry Drake dalla padella nella brace.

Eccomi qua!!! Visto il clima torrido mi sono fatto una bella scorpacciata di mister no, vediamo cosa ho trovato.

INFERNO DI GHIACCIO:
Un ritorno anomalo, con un Jerry antartico ed infreddolito. Le cospirazioni e le organizzazioni segrete mi hanno sempre affascinato, quindi un bel 6 e mezzo non glie lo toglie nessuno.
Dice bene gas per la mancata raffigurazione della condensa. Il silenzio dato dall'ambiente polare mi ha decisamente affascinato.


LA FORTEZZA PERDUTA:
Capisco il disappunto di Gas. Questa è una storia del BVMZ ritagliata addosso al nostro amico scavezzacollo. Eppure devo dire che mi ha entusiasmato non poco. Il fatto di inserire Mister No in una sorta di continuity Bonelliana risulta lungimirante. Sopratutto in vista del futuro crossover che riguarderà i miei due amici di carta.
Sette meno, meno.


IL FANTASMA DELL'OPERA:
Vedi come sopra, cambia Castelli con Sclavi, fine della recensione.
A parte gli scherzi altra bella storia, che ha il merito di infondere al teatro di Manaus un aura di mistero e tragicità per moooolto tempo. Quando Mister No ci passerà davanti non potrò non pensare al povero Erik, emblema di tutti i raggirati sentimentalmente.


I RESUSCITATI:

Castelliana. Carina. Francamente ripetitiva. Il soggetto l'abbiamo visto già altre due volte. Mo' basta.

GIUNGLA:
Semplicemente Mister No.
Quando Nolitta torna alla macchia da scrivere, il nostro Jerry s'accende, prende vita, esce dalla pagina. La storia in sè non è niente di orginalissimo, ma le atmosfere evocative trasportano il lettore dentro il Dakota, a temere gli indios, a splalancare la masciella per il dio alato che torna a volare.

P.S. Ho controllato sul sito della Bonelli. L'ha scritto Sclavi il numero 100????

Aracnoide ha scritto:

P.S. Ho controllato sul sito della Bonelli. L'ha scritto Sclavi il numero 100????

Sì, che in compenso ha scritto un Dylan Dog n° 100 senza capa né coda, e non s'è degnato manco di pulire il cestino accanto alla scrivania dove sono stati scritti i Dylan Dog 200 e 300!
Poi criticano Chiaverotti che scrive soltanto lui le storie di Brendon!

Cmq quel "Giungla!" non scritto da Nolitta e non ristampato a colori, mi ha convinto a mollare altri acquisti della Riedizione.

ho recuperato gli albi dal 2 al 21 e dal 56 al 59!
era da un po' che contavo di fare questa cosa, se ne sono andati 50 euri perchè li ho presi quasi tutti originali, ma sono soddisfatto, adesso la mia collezione di mister no si può dire più completa, perlomeno per quanto riguarda gli episodi classici firmati nolitta.