tantissimi auguri al borgomastro gas! per l'occasione, la nave
ammiraglia brendon ha sospeso il suo viaggio eterno attraverso gli oceani della fantasia ormeggiando ad uno sconosciuto angolo di terra, per consentire al suo equipaggio di organizzare una festa indimenticabile!
ma ben presto i cavalieri di ventura a bordo (nello specifico diventati
marinari di ventura ) si sono accorti di quanto fosse noioso rimanere sulla nave in un giorno così speciale, e richiamati dal fascino dell'avventura hanno deciso di scendere per andare ad esplorare il territorio circostante.
e possiamo vederli in tutto il loro fascino contagioso, dalla roccia aguzza a promontorio dove ci siamo soffermati ad osservarli: c'è il valoroso ghera nella sua corazza d'antico bretone, il fiero alessandro nel suo costume dagli sgargianti colori, l'impavido fiamme d'inferno il cui volto è sempre celato da una maschera, e tanti altri avventurieri, tutti guidati dall'orgoglioso e instancabile
capitan gas, il cui grido di battaglia è tanto potente da arrivare a tutti gli angoli del pianeta.
e se c'è un mistero da scoprire, state certi che l'equipaggio della brendon non fallirà, valuterà tutti gli indizi e alla fine sbroglierà la matassa, per questo siamo sicuri che anche stavolta, per celebrare degnamente il compleanno del proprio capitano, l'equipaggio darà prova di una delle sue esibizioni migliori, la più degna di tutte, quella che nessuno dimenticherà mai, e che racconteremo ai nostri nipoti negli anni a venire.
lì vicino, dentro una grotta che nessuno visitava da millenni, capitan gas e i suoi uomini scoprirono
il tesoro più grande di tutti, quello che non brillava della luce accecante dell'oro o dello scintillio dei dobloni, ma risplendeva solo e soltanto della loro incrollabile amicizia, della fiducia reciproca che li spingeva ad affrontare con sprezzo del pericolo ogni difficoltà, e pensando, fra un affondo di spada e un colpo di pistola, che alla fine tutte le preoccupazioni sarebbero state degnamente affogate in un abbondante bicchiere di birra o di tequila, dentro una locanda di qualche sperduto paese, allungando gli occhi sui corpi sinuosi di procaci ballerine, e domandandosi dentro di sè cosa li spingesse, ogni volta, ad assaporare il gusto dell'ignoto, senza mai mettere radici, e senza farsi mai frenare dal rimpianto, ma già sognando ad occhi aperti nuovi viaggi e nuove avventure.