per mille temporali, oggi è il compleanno del borgomastro, augurissimi!!!! l'espressione che ho usato all'inizio trova giustificazione nella condizione temporale che c'è qui dalle mie parti, stamattina sembrava una bella giornata con il sole (e ho pure fatto un giretto con un tizio che conosco), ma poi verso l'una circa ha cominciato a piovere e sta continuando implacabile pure adesso
a quanto pare ha ragione chi dice che marzo è un mese un po'
pazzerello oggi ho pure scoperto una parola nuova...
obnubilare... mi è stato chiesto il significato, e siccome non avevo ancora acceso il pc e non avevo modo di ricorrere ad internet, ho deciso di consultare il
preziosissimo dizionario zingarelli che ho ancora a casa, anche se ha ormai un bel po' di anni (e quindi immagino che in seguito ne siano state stampate nuove edizioni aggiornate con l'aggiunta di qualche neologismo, come il verbo
taggare, nato tramite facebook
) si è rivelato più volte utile per la bella quantità di vocaboli che contiene, così ho scoperto che la parola in questione è adattissima alla circostanza perchè indica una situazione di offuscamento come quella che si percepisce quando è nuvoloso
così mi è venuta in mente un'immagine, una specie di creatura immensa talmente ingombrante da coprire una bella porzione di cielo, oscurando la vista a chi sta più in basso
da questo spunto volevo costruirci un racconto vero e proprio, ma ci vuole tempo per prepararlo bene, e visto che l'idea mi è venuta in mente solo oggi mi limito a proporre i punti fondamentali... una specie di soggetto, insomma
la nostra creatura (a cui volevo dare il nome di
obnulia, ispirato a quella parola), vive immobile e pigrissima come un'ape regina che tocca il cielo, e si annoia a morte vedendo davanti a sè sempre lo stesso noiosissimo spettacolo, finchè si rende conto che per vedere un po' di varietà deve abbandonare la sua visione d'insieme dall'alto e scendere più nel dettaglio, capire cosa succede più in basso, fra la gente comune... ed è così che, spostandosi, fa uscire un raggio di sole che illumina tutto quanto
allora obnulia per la prima volta capisce cosa si è persa a non volersi mai spostare dalla sua comoda posizione, scende in mezzo agli uomini e, per non abbandonarli, diventa la nebbia che ogni tanto si alza davanti agli occhi, e a volte è più consistente proprio per farsi notare, dura un po', il tempo di vedere quello che succede, e poi sparisce