#48 La verità perduta - aprile 2006

Brendon n. 48, bimestrale
La verità perduta
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Lucia Arduini
Copertina: Massimo Rotundo
Di ritorno da un vicino mercato, Lynch giunge a casa, dalla sua Madeleine, felice di portare con sé un pupazzo per il piccolo Timothy. Ma ad accoglierlo sulla soglia trova una donna sconosciuta, Jennifer, che tutti gli abitanti di Darkland sostengono essere sempre stata sua moglie, e di suo figlio non esiste traccia! Con l'aiuto di Brendon, l'uomo cercherà di ricostruire la sua vita: dovrà tornare nel deserto che ha attraversato nel corso dell'ultimo viaggio e scoprire la verità grazie a un'affascinante cacciatrice di demoni alati, l'unica che potrà fornirgli la chiave per risolvere l'inquietante enigma in cui si è trasformata la sua vita…

Una buona storia basata sulla disperazione umana, con Lynch che si ritrova perduto senza la sua famiglia, Ephren che si tormenta per ciò che ha fatto, Jennifer che vistasi spalle al muro tenta il tutto per tutto (mi ricorda il finale di un Mister No, dove però la ragazza che tenta di "vendersi" poi si avvelena tra le braccia di Jerry in un'autentica tragedia a fumetti... ma quello è Nolitta, tutto un altro pianeta... ), la cacciatrice di demoni che dedica la sua vita a combattere coloro che le hanno strappato la figlia... Quasi una trama alla Hitchcock, ben disegnata dalla Arduini, che mi piace sempre più.
L'intreccio con la "copertina" si fa attendere: mentre leggevo l'albo pensavo: "E quella quando appare?" e invece era connessa addirittura col prologo...

La storia si perde un po' nelle motivazioni di Jennifer sul finale: hanno tolto la perfezione all'albo... sembra quasi che Chiaverotti lo faccia apposta a confezionare storie non perfette...

Ecco una storia che faccio un po' fatica a giudicare. Un numero che non mi ha entusiasmato come altri, ma che non posso non riconoscere come ben scritto.
L'idea di fondo è senz'altro originale e anche il racconto mi da un bel senso di pienezza, quasi che Chiaverotti sia riuscito a sfruttare in maniera perfetta tutte le pagine dell'albo. Anche qui i vari personaggi e comparse vengono sfruttati molto bene, senza risultare troppo caricati o inutili allo svolgersi della vicenda. Peccato però per il finale che ho trovato davvero troppo forzato e poco credibile e che abbassa notevolmente il giudizio sulla storia.
Rispetto ai disegni, anche in questo caso, per giudicare il lavoro della Arduini utilizzo il termine pienezza perché riesce a conferire una certo peso alle tavole. La trovo però ancora un po' statica nei momenti di azione, poco originale nel dare il volto al coprotagonista Lynch (praticamente identico a Cruise, l'uomo soggiogato in "La vendetta del mago") e con un Brendon sempre troppo femminile a mio avviso.
Copertina...non so, abbastanza indifferente e ancora una volta poco in tema

Soggetto: 8
Sceneggiatura: 6
Disegni: 6

Nuvola Nera ha scritto:

Rispetto ai disegni, anche in questo caso, per giudicare il lavoro della Arduini utilizzo il termine pienezza perché riesce a conferire una certo peso alle tavole. La trovo però ancora un po' statica nei momenti di azione, poco originale nel dare il volto al coprotagonista Lynch (praticamente identico a Cruise, l'uomo soggiogato in "La vendetta del mago")

Direi che lo scarso repertorio di "facce tipo" non sia un problema soltanto della Arduini... Se prendi per esempio due donne disegnate da Maroto, a parte i capelli, sono quasi sempre uguali...

Gas75 ha scritto:

Nuvola Nera ha scritto:

Rispetto ai disegni, anche in questo caso, per giudicare il lavoro della Arduini utilizzo il termine pienezza perché riesce a conferire una certo peso alle tavole. La trovo però ancora un po' statica nei momenti di azione, poco originale nel dare il volto al coprotagonista Lynch (praticamente identico a Cruise, l'uomo soggiogato in "La vendetta del mago")

Direi che lo scarso repertorio di "facce tipo" non sia un problema soltanto della Arduini... Se prendi per esempio due donne disegnate da Maroto, a parte i capelli, sono quasi sempre uguali...

si hai ragione e forse è anche normale per un disegnatore, ma la somiglianza così eccentuata stavolta mi ha dato piuttosto fastidio

In parte la ripetitività di facce dipende anche dal materiale o dagli spunti forniti dallo sceneggiatore... Avere a disposizione delle fotografie di un personaggio celebre aiuta molto a raffigurarlo in varie inquadrature. Per Dampyr, infatti, Majo ha avuto a disposizione il DVD di "Strange Days" per dare ad Harlan i connotati (e non solo) di Ralph Fiennes in quel film.
Se la documentazione è modesta (talvolta riconosciamo nei personaggi di Brendon degli attori o delle scene che citano dei film, e qui credo che Chiaverotti ci metta con piacere lo zampino ), ovviamente il disegnatore attinge ai suoi standard, che sono i volti per lui più sbrigativi da fare...

grazie per la spiegazione tecnica molto interessante

altro numero che mi ha entusiasmato non poco...prologo...trama principale ed epilogo si fondono in maniera perfetta dando vita ad un puzzle che si compone do solitudini,perdite,e speranze ritrovate...una volta ogni tanto il chiave ci delizia con un pò di positività nel finale ...a differenza di nuvola nera e gas ho trovato l'espediente finale ben congengniato...dopo aver provato un senso di smarrimento ed "ingiustizia divina" per tutto l'albo mi sono rasserenato nel vedere il protagonista che "ritrova" la famiglia...ho apprezzato moltissimo pure la donna alata che combatte i mostri causa della scomparsa della figlia...soliti deliri chiaverottiani...

conclusione?numero che mi rimette un pò in pace col mondo!

Albo che ho apprezzato molto, la storia è davvero ben strutturata e scorre via che è una meraviglia!
I disegni della Arduini sono nello standard, si alternano bellissime tavole con altre un po' meno ben fatte, una delle pecche della Arduini a mio avviso..
I personaggi sono ben fatti, in particolare il personaggio della cacciatrice di diavoli, che ho trovato davvero affascinante, una delle sorprese dell'albo!
Lodi al Chiave per il fantastico finale, inaspettato e molto originale!

Albo che per me è sotto la media.
Ho apprezzato molto la donna alata e il motivo che la spinge a combattre i mostri alati.
Ma l'indagine si svolge molto lentamente, anche se l'interesse è sempre molto alto, perchè l'enigma si spiega solo nel 'solito', chiaverottiano, sorprendente finale.
La Arduini è la disegnatrice che femminilizza di più Brendon, molte pose le trovo troppo statiche e innaturali, molte vignette troppo scarse di dettagli.
Copertina che non coglie il nocciolo della trama.

Leggibile, poteva essere migliore.

Concordo sulle facce tutte uguali disegnate da Maroto.

Storia letta oggi.... Quasi commosso dal finale. Unica pecca le motivazioni di Jennifer...