#45 Le lacrime degli innocenti - ottobre 2005

Brendon n. 45, bimestrale
Le lacrime degli innocenti
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Cristiano Spadavecchia
Copertina: Massimo Rotundo
Brendon raggiunge la città di Doombar, cinque anni dopo aver affrontato il terribile carro della paura. Al termine di quella storia, Florence, una donna a cui il carro aveva sottratto il figlio, aveva chiesto al nostro eroe di aiutarla a combattere la morte che aveva dentro... dàndole una nuova vita. Sì, Brendon, forse, aveva concepito una creatura con Florence... e ora ritorna a Doombar, con il cuore colmo di apprensione. Ma qualcuno sa... qualcuno aspetta il nostro eroe, per compiere una folle vendetta d'amore... e quel qualcuno non si fermerà davanti a nulla... anzi, sarà pronto a versare le lacrime degli innocenti!

Ero curioso di arrivare a quest'albo, visto che "Il carro della paura" è tra i miei albi brendoniani preferiti.

La storia mi è piaciuta abbastanza, molto bello l'incontro un po' impacciato tra Brendon e Daisy, ma c'è qualche forzatura, tipo che Brendon si mette a urlare quando gli dicono che la bambina è stata rapita... e non mi è piaciuto molto il pupazzo di Kermit che incoraggiava Daisy, copiato da "Scanner" di Dylan Dog (lì era il pupazzo Byron). La "doppia" Isabel è un colpo di scena, ma un po' scopiazzato dall'albo "Anja"...

Direi apprezzabile debutto di Rotundo copertinista.

Buon numero anche se forse mi aspettavo qualcosa di più dal primo incontro con Daisy.
Un po' forzato il rapimento della bambina, ma Chiaverotti riesce comunque a costruire una storia godibile con l'ennesimo ribaltone a sorpresa che rende meno scontato il tutto.
Spadavecchia non mi piace particolarmente su Brendon, essendo abituati a vedere vignette spesso "piene" sul nostro fumetto, lo trovo povero di particolari. La riprova è che ci ho messo quasi la metà del tempo che impiego di solito a leggere questo numero.

Soggetto: 6
Sceneggiatura: 6
Disegni: 5

Nuvola Nera ha scritto:

Spadavecchia non mi piace particolarmente su Brendon, essendo abituati a vedere vignette spesso "piene" sul nostro fumetto, lo trovo povero di particolari. La riprova è che ci ho messo quasi la metà del tempo che impiego di solito a leggere questo numero.

Anche io noto di impiegare più o meno tempo nella lettura di un fumetto in base alla qualità dei disegni: per esempio con i Dampyr di Majo sono costretto a rileggerlo per ammirare i disegni sennò la prima lettura mi dura quasi 2 ore (testato!) e perdo dettagli della trama.
Nel caso di Spadavecchia, a me piace, lo trovo molto versatile, e ha un tratto nitido che al tempo stesso sa circordarsi di tratteggi e ombre. Per quello che ricordo di quest'albo (che al momento non ho sotto mano), devo dire che le scene nel carcere non le trovo affatto povere di particolari.

la storia partiva con grandi premesse e non le ha del tutto disattese anche se devo dire che mi sarei aspettato qualcosina in più...come al solito non mi soffermo tanto sulla trama quanto più sugli spunti che lancia....la seconda Isabel...quella "falsa" è la perfetta sintesi di chi non ha mai conosciuto l'amore...solo chi non ha provato questo nobile sentimento può concepire un tale abominevole piano per riuscire ad avvicinare Brendon...la vera Isabel non l'avrebbe mai fatto...chi ci ama talvolta ci fa del male...ma non vorrebbe mai il nostro male....

Sinceramente questa storia a me non è piaciuta, soprattutto, alla luce del fatto che doveva suggellare il tanto atteso incontro del nostro eroe con sua FIGLIA...avrei preteso una maggiore enfasi.
La storia, poi ,è la classica indagine, col classico colpo di scena finale che ormai se non ci fosse ci resterei male.
Trama troppo soggetta a coincidenze come quella dell'ascolto casuale del dialogo tra Brendon e l'amico in cui si fa riferimento a questa figlia.
No sinceramente la storia non mi ha coinvolto, la trovo priva di sentimento quando, invece, per temi affrontati ne dovrebbe essere piena.
Il significato dell'albo dovrebbe esere la disperazione per la mancanza di un amore? è stato trattato in maniera confusa.
Il titolo non attinente alla trama ormai è diventato seccante da ripetere!!
Spadavecchia non mi è affatto piaciuto con quei soggetti così statici e inespressivi.
Peccato un occasione (incontro con la figlia) persa.

è il primo brendon che ho letto

Storia appena al di sopra della media.
L'incontro con Daisy focalizza l'attenzione del lettore, ma se si fosse trattato di una bambina qualsiasi, avrei letto albi migliori.

Ciò che mi sento di dire è, in primis : amabile il personaggio di Gordon.
Genuino, bonario, umano. Bastano le poche battute che gli son state concesse : Gordon è una figura straordinaria e discreta, ed azzarderei 'straordinariamente discreta'.
Mi intenerisce l'idea che il suo sorriso prometta così tanto e venga mostrato così poco; c'è tutto l'occorrente per far lavorare il lettore.

Ho un debole per questi padri meravigliosi che ogni tanto 'appaiono' in Brendon. Se poi consideriamo che Gordon 'non-è-che' un padre adottivo, mi brillano gli occhi.

L'ultima scena - originale, non-originale, scontata, etc. - è da portare con sé