| | Numeri e falsi miti, Recchioni interviene sulle cifre del fumetto | |
| | Autore | Messaggio |
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ghera Consigliere
| Titolo: Numeri e falsi miti, Recchioni interviene sulle cifre del fumetto Gio 11 Apr 2013 - 12:37 | |
| Riassunto di un intervento di Roberto Recchioni (che a me non sta molto simpatico, ma questo è un altro discorso), pubblicato sul sito Mangaforever, in cui parla di vendite di fumetti.
Roberto Recchioni dà i numeri. Nel senso buono ovviamente. Sul forum di Comicus, infatti, l’autore romano ha provato a sfatare alcune leggende legate al mondo del fumetto con tanto di cifre e dati, rivestite dell’autorità propria di chi è un addetto ai lavori.
Anzitutto: non è vero che i manga vendono bene. «Vendevano bene. Oggi – chiarisce Recchioni – se un manga arriva a diecimila copie tra edicola e libreria si stappa lo spumante. C’è troppa offerta, un pubblico sempre più settoriale, e troppa confusione nel mercato. Un numero ristrettissimo di manga vendicchia sopra queste cifre. Ma stiamo parlando di un paio di titoli tra centinaia pubblicati ogni mese».
Stesso discorso per i supereroi a stelle e strisce: «La testata più venduta vende a stento 5000 copie in edicola, anche se ha un buon venduto in libreria e, a fine mese, si porta a casa tre le 12 e le 15mila copie. Il resto è crisi nera. Si vendono gli spiccioli».
Altra leggenda da sfatare riguarda la paventata crisi Bonelli: «I Bonelli sono abbastanza stabili. In un’economia di crisi che vede tutti i settori dell’intrattenimento avere flessioni tra il 10% e il 40%, Tex ha perso il 2%. Le altre testate sono tutte sopra il punto di pareggio – che significa che portano a casa qualche soldo – e qualcuna ben sopra, come Dylan Dog, Julia, Nathan Never, le Storie e Zagor».
Per ribadire questo concetto Roberto Recchioni non lesina cifre per far maggior chiarezza: «Dopo Tex, primo con duecentomila copie, la seconda testata più venduta della Bonelli e d’Italia è Dylan Dog, che ne vende 120mila. La terza testata Bonelli, Julia, vende più o meno 45000 copie».
E fuori dalla Bonelli?: «Diabolik e Topolino, se non erro, si posizionano per venduto come una testata Bonelli dal terzo posto in giù. Tutto il resto – continua a scrivere Recchioni – è morte, in edicola, dove con morte intendo testate che vendono dalle dodicimila copie in giù. I bonellidi in genere sono passati da una vendita fisiologica media che cinque anni fa era sopra le diecimila copie, a una vendita fisiologia media che, oggi, è intorno alle cinquemila, a essere ottimisti».
E gli altri?: «Supereroi, manga e compagnia, in edicola vendono una media di 3000-5000 copie ad albo, quando una volta stavano sopra i diecimila. In sostanza, si è creato un mercato strano per manga e supereroi, dove per fronteggiare vendite da “dettagliante” si è moltiplicata l’offerta. Si vende pochissimo ma di moltissimo. Le spese si spalmano su cento testate e la barca, strano a dirsi, ma per ora resta a galla».
La situazione non è delle migliori, insomma. «La situazione è tremenda – confessa lo sceneggiatore romano – per tutti gli editori medi e piccoli che si occupano principalmente dell’edicola. Complicata per quelli che operano in edicola e in fumetteria. Carica di possibilità e insidie per quelli che hanno fatto della libreria di varia il loro settore di appartenenza».
E le prospettive per il futuro?: «Tra le grandi, chi sta patendo davvero è la Disney: qualcosa dovranno fare se non vogliono affogare. La Bonelli negli ultimi tempi ha lanciato due testate: una (le Storie, ndr) è andata bene ed è stata una sorpresa. L’altra (Saguaro, ndr) meno bene ed è stata una sorpresa (istruttiva) anche quella».
«A breve – continua Recchioni – lanceranno altre due testate (Dragonero e Orfani, ndr) su cui hanno investito molto e che segneranno, in qualche maniera, il destino dei prossimi anni. Per il resto: aspettiamo e vediamo. In termini macroscopici, se non usciamo dalla crisi che attanaglia il paese sarà dura per tutti, anche per gli editori solidi. In termini di settore, si sono viste situazioni anche peggiori di questa, l’importante è che nasca qualcosa che lanci una nuova volata».
«Di sicuro – conclude Recchioni – credo che a meno che non spunti qualche grande fenomeno, certe cose cambieranno. Lo stato della Disney, i bonellidi. E forse anche in Bonelli cambierà qualcosa». | |
| | | <alessandro> Cavaliere di Ventura
| Titolo: Re: Numeri e falsi miti, Recchioni interviene sulle cifre del fumetto Gio 11 Apr 2013 - 17:41 | |
| sergio bonelli ha fatto per anni questi discorsi da gufo , ora sembra che recchioni voglia prendere il suo posto nel fare previsioni grame sulle sorti del fumetto cmq recchioni non sta simpatico neanche a me, è uno di quegli autori che o ti piace o non ti piace, con lui non esistono vie di mezzo, di suo ho letto un paio di dylan dog, un solo albo di john doe, i primi 2 numeri di david murphy, e un bel po' di articoli sul suo blog per tornare all'argomento del topic (non voglio che si pensi che ne approfitto per parlar male di un autore ), io non lo so se e quando avverranno i cambiamenti, ma mi auguro che, se proprio devono avvenire, avvenga nella maniera più morbida possibile, cioè senza dover stravolgere troppo le cose, ma forse parlo egoisticamente come uno che vuole solo salvare le sue poche letture, quelle che diventano come compagni abituali a cui non si vorrebbe rinunciare nemmeno se cascasse il mondo, per discorsi più complessi lascio a voi la parola | |
| | | ghera Consigliere
| Titolo: Re: Numeri e falsi miti, Recchioni interviene sulle cifre del fumetto Ven 12 Apr 2013 - 15:30 | |
| Comunque io ricordo che parecchio tempo fa, leggendo quà e là per internet, avevo letto che Tex vendeva 300mila copie, ma non ricordo a quando faceva riferimento il dato. Se è vero che ora ne vende 200mila c'è stato un bel calo comunque. Pensavo che Topolino vendesse di più sinceramente. Io è parecchio che non ne compro uno, ricordo che avevo smesso perchè erano zeppi di pubblicità, interviste ed altro, con storie sempre più brevi e che per la maggior parte delle volte non erano nemmeno belle. Capisco che sia un prodotto per un pubblico più giovane, ma non per questo le storie devono perdere di qualità, e di quantità come numero di pagine Infatti negli ultimi tempi avevo ripiegato su Mega 2000 (o forse si chiamava già Mega 3000). Per quanto riguarda i fumetti americani, ha detto quello che penso io, cioè che c'è troppa offerta, quindi uno non può stare dietro a tutto ma è costretto a fare una selezione. Quindi per una singola serie le vendite diminuiscono, ma nel complesso non cambia quasi nulla perchè ci sono molte altre serie. In questo caso però la colpa non è direttamente degli editori italiani, in quanto loro acquistano i diritti e pubblicano fumetti di altre nazioni, quindi il problema è alla radice. | |
| | | <alessandro> Cavaliere di Ventura
| Titolo: Re: Numeri e falsi miti, Recchioni interviene sulle cifre del fumetto Mer 24 Apr 2013 - 8:26 | |
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