si comincia con la caduta di un meteorite, e questa è già una
situazione brendoniana.
seguono tutta una serie di eventi, con scene in certi casi parecchio disgustose
, ma ho apprezzato il fatto che le vicende vengano raccontate dal punto di vista di pochi personaggi, anzichè portare le cose su larga scala, come si sarebbe pure potuto fare, considerando che c'è di mezzo una creatura aliena il cui obiettivo è di dominare ogni pianeta in cui riesce ad atterrare.
il film mette una certa paura ma in confini sempre abbastanza controllati, anche perchè almeno puoi vedere dove sta la minaccia, e augurarti che nel film riescano a trovare una soluzione
efficiente, in questo senso è molto bella la scena in cui gli sceriffi vanno a tirar fuori l'artiglieria per poter affrontare il mostro che hanno definito
piovra, ma poi quando si trovano il mostro davanti esitano a sparargli, perchè interviene la donna che era stata sua moglie per cercare di convincerlo a smettere, come se gli fosse capitata solo una
malattia dalla quale si può sempre guarire.
ma ben presto tutti capiscono che le cose non sono così semplici: il
dominio che l'alieno esercita sulle menti delle persone, spingendole a provare una
fame inesauribile, è qualcosa di troppo profondo per poterlo davvero debellare, salvando al contempo la vita di chi ne è stato colpito!
e così il film, pur cominciato come un horror senza troppe pretese, porta con sè il senso della rassegnazione alla
perdita di chi ti sta caro: una ragazza perde addirittura tutta la sua famiglia, vittima del potere dell'alieno, solo quelli che hanno saputo tenere la bocca chiusa (impedendo l'ingresso nel proprio corpo ai lombriconi) alla fine riescono ad uscire vivi da questa avventura spaventosa, mischiando alla felicità per essere riusciti a sconfiggere il nemico, l'amarezza per la morte di parenti ed amici, ma senza perdersi nello sconforto e nelle lacrime facili, l'impresa è già stata fin troppo ardua per poter scivolare nei sentimentalismi, e i personaggi coinvolti devono ben presto fare i conti con la realtà delle cose, che non consente di tornare indietro.
nel bel mezzo della battaglia, uno degli sceriffi si trova pure costretto a sparare contro uno dei suoi colleghi, che lo implora di ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze, ed è una decisione che lo sceriffo prende nel giro di un secondo, non c'è tempo per rifletterci, chi è stato colpito è ormai perduto per sempre, entrando in un percorso talmente rivoltante e disumano da tagliare rapidamente e tragicamente ogni tipo di contatto, ogni forma di pietà.