Chi mi conosce sa quali sono i miei fumetti e personaggi preferiti, ma devo dire che merita un angolo anche il mio "albo contenitore" preferito.
Pepito, per l'appunto, l'ho conoscito e collezionato sin dal n° 2 pubblicato dalla Bianconi/Metro, la stessa casa editrice di Braccio di Ferro, Geppo, Soldino..., per soli 16 numeri a cavallo tra il 1986 e il 1987. Si trattava appunto di un albo mensile contenitore di vari "mondi" a fumetti, sebbene il titolare della testata fosse quello con almeno 3 storie ogni volta. In precedenza Pepito aveva avuto l'onore di essere pubblicato anche da altri editori, in particolari dalle Edizioni Alpe (quelle di Tiramolla e Cucciolo).
Pepito è un giovane pirata creato da Luciano Bottaro al comando della nave Cetriolitas e alla guida di un equipaggio piuttosto comico, dove spiccano il nostromo Ventoinpoppa (una specie di Braccio di Ferro con il rum al posto degli spinaci), il secondo di bordo Uncino (severo scocciatore, ma dai modi spesso goffi) e il mozzo Merluzzo (un tappetto molto grintoso). Loro, i pirati, sono i buoni, perché i cattivi sono gli Spagnoli, in particolare il governatore dell'isola di Las Ananas, attorno a cui si muove una miriade di personaggi, sia militari che politici.
Il tono delle storie è spiccatamente divertente, oltre che una buona parte delle volte, anche avventuroso.
Purtroppo la mia collezione quasi completa del Pepito Bianconi è andata perduta assieme a tutti i fumetti che avevo, Topolini esclusi, quando feci l'ultimo trasloco, ma mi resta il ricordo di quelle pagine spensierate che leggevo e rileggevo (perché usciva ogni mese), oltre a inventarmi io nuove avventure grazie alle figurine da ritagliare che riempivano la quarta di copertina, a partire dal n° 7.
A corredo delle 3 storie di Pepito, c'erano altri personaggi più o meno celebri per chi conosce il mondo dei fumetti umoristici, tutti creati dallo stesso Bottaro, oppure da Giorgio Rebuffi principalmente: Ottag, Tom Porcello e Aiace (il fantasma che vuole la pace
), Whisky & Gogo (un orso sbevazzone e il suo padrone, quasi due perfetti concorrenti del Waky Races!), Hector (alias Tore Scoccia, un commerciante spaziale), Baldo (un sergente un po' imbranato), e qualche altro che ora non mi sovviene.
Se in Italia la sorte di Pepito è stata alquanto frammentaria in fatto di edizioni, in Francia le cose sono da sempre andate diversamente: esiste almeno una pubblicazione seriale di Pepito, oltre a vari libri cartonati... ma bisogna conoscere il francese per capirci qualcosa. E questo mi rattrista, poiché una valida serie a fumetti di origine italiana, considerata dalla critica una delle migliori mai realizzate, è snobbata dagli editori italiani! Nemmeno la prestigiosa collana "I classici del fumetto", per quanto lunga, ha dedicato un volume al mondo di Pepito.
Suggerisco pertanto a chi fosse rimasto incuriosito da questa mia scheda improvvisata, di approfondire il discorso
nel sito di Luciano Bottaro, e di procurarsi qualche albo se ha la fortuna di trovarlo a buon prezzo.
Poi fatemi sapere!